UNA MAMMA SULLA LUNA

venerdì 26 novembre 2010

Il pianto dei bambini

Ci sono moltissimi libri sul pianto dei bambini e su cosa può fare una mamma per calmare e far smettere il suo bimbo di disperarsi. Libri che illustrano strategie e tecniche che mirano essenzialmente ad insegnare al genitore a distrarre il bambino o a consolarlo.
E poi c'è chi dice che il pianto del bambino in alcune situazioni, come nel caso dei risvegli notturni, andrebbe semplicemente ignorato. Quando si ha un bimbo che piange spesso o che non dorme bene la notte chiunque incontriate per la strada, anche il postino, avrà la sua scuola di pensiero da rivelarvi con gran sicurezza. E tutte le altre mamme avranno moltissime esperienze da riferirvi. Rebecca ha pianto molto per i primi 40 giorni della sua vita dormendo davvero poco. La mia pediatra di allora mi consigliò l'ormai demonizzato Fate La Nanna e in qualche modo forse ci provammo, ma non molto. Eravamo così stanchi... Provammo anche le "goccine", quelle che dovevano servire a far passare le coliche e che avevano dentro (massì mettiamocelo, deve aver pensato l'industria farmaceutica) "un blando sedativo" (così mi dissero). Ma le usammo una volta sola e non ebbero alcun effetto, né sui mal di pancia, né sull'irritabilità di Rebecca. Era frustrante, qualsiasi cosa facessi non serviva a calmarla per più di 5 minuti, ci inventammo massaggini e "posizioni anti-colica" per tenerla in braccio e giochini motori in cui, lei sdraiata sulla schiena, noi cantavamo e le portavamo su e giù le gambine (sempre per il mal di pancia), fu un periodo disperato e creativo! Dopo 40 giorni...puff... i mal di pancia sparirono e anche i pianti inconsolabili.
Nel tanto desiderato pacco di libri acquistati da La Meridiana Edizioni e giuntomi qualche giorno fa c'era anche il libro Lacrime e Capricci di Aleth J. Solter. L'autrice, psicologa dell'età evolutiva che ha studiato con lo psicologo svizzero Jean Piaget, scrive cose sorprendenti:
Dall'introduzione di Thomas Gordon: " Questo libro sorprende il lettore. Rimarrà stupito da quanto sostiene la dottoressa Solter, ossia che è più opportuno lasciare che i neonati piangano (mentre li si tiene in braccio) piuttosto che tentare di fermarli in qualche modo. [...]

(continua...)

2 commenti:

  1. Emy, è sicuramente un post in progress, ho messo infatti in "continua", perchè detta così come l'ho accennata la cosa è molto fraintendibile, Solter non dice che i bimbi vanno lasciati piangere o che piangere gli fa bene. Solter sostiene che in alcuni casi, il pianto svolge una funzione fisiologica, quella di scaricare lo stress accumulato e quindi, lungi dal consigliare di ignorare un bimbo che piange, magari lasciandolo da solo di notte nel suo lettino a disperarsi finchè non si addormenta sfinito... Sostiene però che è sbagliato far qualunque cosa per impedire al bambino di piangere, cullarlo, cantare, allattarlo, a volte si può tenerlo in braccio, eserci, lasciandolo piangere fichè ne ha bisogno, perchè per un bimbo piccolo il pianto non è solo una modalità di comunicare ed entrare in relazione col mondo, ma un meccanismo di regolazione, un modo per esprimere le sue emozioni, la sua rabbia.
    Cosa ne penso io?
    Sto sperimentando, ad esempio ho smesso di cercare di calmare la mia piccola di 5 anni quando piange di rabbia o frustrazione dicendole "non piangere, non serve a niente, non devi piangere...). La abbraccio e lascio che sia pronta a parlare dopo essersi sfogata. E comunque il mio atteggiamento e i miei pregiudizi assoluti verso il pianto dei bimbi stanno cambiando, sono stati messi in discussione. E mi sono resa conto che spesso è solo un problema degli adulti, una sorta di insofferenza totale per il pianto, che forse deriva dalla nostra infanzia, dai nostri ricordi e ci troviamo questo atteggiamento appiccicato addosso... ma ancora emy, non so dirti con certezza come la penso, ma posso dirti che questo libro mi offre un punto di vista comunque costruttivo per ora.
    un bacio e buona domenica

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