UNA MAMMA SULLA LUNA

domenica 24 maggio 2009

resistere

Stamattina (che ore saranno state?), dopo uno dei miei tanti risvegli...
Mi sono accorta di avere la parte superiore della bocca contratta, quei muscoli che reggono la mandibola, che ci fanno masticare e un indolenzimento dell'arcata dentaria superiore.
Ho subito pensato all'espressione "stringere i denti". Perchè sono notti che probabilmente serro la mandibola, stringo i denti, esprimendo durante l'alternarsi frammentato dei miei cicli di sonno una qualche tensione che non riesce ad uscire di giorno.
Stringere i denti... resistere? evidente. Ma a cosa? Credo al peso delle cose. Troppe cose insieme. Quasi tutto da sola.
Vago nella blogo-mamma-sfera e mi beo dei racconti, degli aneddoti divertenti, di queste mamme supereroine, giornaliste o realizzate scrittrici di libri bestsellers.
Provo un pizzico di invidia. Oddio, un pizzico! Al diavolo il tabù dell'invidia, (perchè tutte abbiamo detto almeno una volta nella vita: Invidia?? Ah! è un sentimento che non conosco!) perchè provo proprio invidia e ammirazione.
Qui però, lo ammetto, nulla da ammirare, da invidiare: una mamma non bravissima nell'arte del racconto (ironia, mitizzazione, ritmo, suspence... cose così), una che non lavora, niente nonni volenterosi, niente tate, pochi denari, niente di semplice, si beh, l'amore, ma una cosa comune, dai, non c'è nulla di particolarmente interessante o nuovo nell'amore delle mamme.
Le emozioni, vabeh, ma lo so... fanno un po' puzza sotto il naso.

giovedì 21 maggio 2009

naturalità

Qualche giorno fa ho ascoltato l'ennesimo racconto. Un parto difficile. L'ospedale che diventa una prigione. Medici e paramedici che fanno la parte di ombre sgraziate, maleducate, senza alcun tatto, nessuna pazienza, nessuna capacità di prestare ascolto.
Sono tanti questi racconti. Anche io ne ho uno. Spesso le donne non sanno difendersi. Non riescono a difendere il proprio corpo. Il corpo della donna umiliato dall'uso che se ne fa nella tv del nostro paese. Il corpo della donna che in un momento così delicato come quello che precede il parto, in preda all'emotività e agli ormoni che la fanno da padroni non riesce a difendersi e non è supportata adeguatamente. Da chi? da una società che ci ha rese impreparate. da compagni disorientati più di noi. Dalle altre donne e dalla cominità cui apparteniamo che ci lascia sole di fronte a qualcosa che non è più naturale. Sradicato da simboli, storia, archetipi, miti, ricordi, vissuti. Nulla. Tutto è nuovo per una primipara. E se nella maggior parte dei casi tutto va bene... non mancano i racconti in cui le cose si bloccano, si rallentano, vanno storte.
Ma ieri mi si è anche detto (da un uomo), ma dai, quanto la fai lunga, il parto è una cosa naturale.
Oddio, rieccoci con la naturalità del partorire. E le ostetriche, durante il corso pre-parto, sono le prime a propinarci questa formula. Ma c'è molto poco di naturale oggi in un parto in ospedale. Forse intendono che è il dolore che proveremo ad essere naturale. E va bene. Ma almeno diciamoci le cose. Difendiamoci, proteggiamoci. Anche a partire dal condividere un racconto.

mercoledì 20 maggio 2009

sarà il caldo...

sarà il caldo a peggiorare le cose?
questa debolezza, questa stanchezza accentuata,
questo sonno arretrato che segna un po' gli occhi,
questo dormire frammentato, illanguidito da poppate alla cieca, al buio, con gli occhi che bruciano un po'...
All'uscita della materna mi ritrovo tra occhi e visi simili al mio.
Ci ritroviamo a sorriderci sapendo di condividere questo tempo dilatato, sembra d'aver partorito ieri e invece son passati già quattro mesi e allo stesso tempo sembra passata un'eternità.
Tutto è così cambiato. Ma non abbiamo tempo per riflettere e per parlare di questo tempo, di questo ritmo nuovo, di queste notti interrotte dalla fame di un poppante che ci svuota i seni e la testa. Ci sorridiamo e basta. Un sorriso che vuol dire "lo so".

martedì 19 maggio 2009

Le mamme sono tutte sulla Luna.
Perchè le mamme sono creature di un altro pianeta.
Creature e creatrici.
Lunatiche? E come no.
Emotive? E perchè no?
Fuori dal mondo, perchè per questa società abbiamo valore solo in quanto compratrici di pannolini. Fuori dal mondo del lavoro, dei meeting, dei cocktail. Reiette di una società che ben altro da fare.
E poi, fuori dai luoghi comuni, proiettate in esperienza che le ha rese diverse,
sfasate, stanche, sempre alle prese con l'impossibile, a tratti trasognate, quando si fermano,
solo per un attimo e si incantano a specchiarsi negli occhi del loro bimbo.
Allora arriva la luna.
In un attimo.