UNA MAMMA SULLA LUNA

venerdì 15 gennaio 2010

quand'era un fagottello leggero leggero...

C'è un solo blog che io visiti praticamente ogni giorni, è quello di Claudia e della sua casa nella prateria. In questi giorni, un suo post sull'allattamento e sulle notti dal sonno frammentato fatte di poppate e segreta felicità mi hanno fatto ripensare prepotentemente a quelle che io chiamo le emozioni dell'ultimo figlio.
Fin da subito, appena dopo il parto ho preso un gusto particolare nel coltivare quest'emozione per tutti quei momenti e quelle tappe che se, come probabilmente sarà, Paolotto sarà il mio ultimo bambino, non rivivrò mai più. Sono state emozioni che sono nate da sole e che partono dal mio corpo o meglio dal contatto tra i nostri corpi, dal tenerlo tra le braccia e dall'allattarlo, un'emozione inscritta nella biologia di un corpo che conosce la sua età...
Ricordo in particolare l'emozione legata al suo peso, quand'era un fagottello leggero leggero, appena nato, quei tre chiletti tra le mie braccia mi facevano prestare attenzione a quella sensazione e pensavo che tra un mese quel peso sarebbe stato quasi il doppio e quella sensazione non mi sarebbe capitata più. Sono e sono state soprattutto le sensazioni tattili e quelle olfattive quelle cui mi son più legata. La sua manina sulla mia e l'odore dei suoi capelli...
E quel rapporto così speciale, l'allattamento, che si sta prolungando più che con la mia prima bambina, e che spesso mi fa pensare che saranno davvero gli ultimi mesi questi...
E, come Claudia, non rimpiango nulla. Rivivrei di nuovo ogni notte insonne o comunque frammentata...
ogni momento...
davvero.

ogni momento.

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