UNA MAMMA SULLA LUNA

giovedì 21 maggio 2009

naturalità

Qualche giorno fa ho ascoltato l'ennesimo racconto. Un parto difficile. L'ospedale che diventa una prigione. Medici e paramedici che fanno la parte di ombre sgraziate, maleducate, senza alcun tatto, nessuna pazienza, nessuna capacità di prestare ascolto.
Sono tanti questi racconti. Anche io ne ho uno. Spesso le donne non sanno difendersi. Non riescono a difendere il proprio corpo. Il corpo della donna umiliato dall'uso che se ne fa nella tv del nostro paese. Il corpo della donna che in un momento così delicato come quello che precede il parto, in preda all'emotività e agli ormoni che la fanno da padroni non riesce a difendersi e non è supportata adeguatamente. Da chi? da una società che ci ha rese impreparate. da compagni disorientati più di noi. Dalle altre donne e dalla cominità cui apparteniamo che ci lascia sole di fronte a qualcosa che non è più naturale. Sradicato da simboli, storia, archetipi, miti, ricordi, vissuti. Nulla. Tutto è nuovo per una primipara. E se nella maggior parte dei casi tutto va bene... non mancano i racconti in cui le cose si bloccano, si rallentano, vanno storte.
Ma ieri mi si è anche detto (da un uomo), ma dai, quanto la fai lunga, il parto è una cosa naturale.
Oddio, rieccoci con la naturalità del partorire. E le ostetriche, durante il corso pre-parto, sono le prime a propinarci questa formula. Ma c'è molto poco di naturale oggi in un parto in ospedale. Forse intendono che è il dolore che proveremo ad essere naturale. E va bene. Ma almeno diciamoci le cose. Difendiamoci, proteggiamoci. Anche a partire dal condividere un racconto.

6 commenti:

  1. sarà che non avevo fatto i corsi pre parto convinta che nulla mi potesse preparare, sarà che non avevo letto libri, sarà che non mi aspettavo nulla, ero solo pronta a fare una scalata sapendo che la salita non sarebbe stata una passeggiata.
    sarà.....
    ho avuto due parti meravigliosi, nonstante le 17 ore e la bambina che non era nella posizione corretta.
    il secondo l'ho partorito sulla lettiga... ssss...
    sarò masochista ma se fosse solo per il parto ne potrei fare ancora e ancora...
    una mamma folle.

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  2. Sapere che nulla ci può preparare davvero. Forse è proprio questo essere preparate. La follia è proprio credere che un manuale o il dire consumato di un'ostetrica possa prepararci. Chi fa i corsi e compra mille libri è impreparato. Prova a colmare l'ignoranza che viene dal non aver mai visto un parto, non aver mai sentito i racconti di una sorella, non aver mai tenuto in braccio il piccolo appena nato di un'amica. cerca di riempire il vuoto del non sapere. Cerca di placare l'ansia che si prova di fronte a qualcosa che sfugge al nostro controllo, che non dipende granchè da noi. Ma non si può concepire il parto e la maternità come una prestazione, come una prova d'esame. Essere pronti... e perchè mai? hai ragione.
    Ma sappiamo lasciarci andare? Viviamo la gravidanza tra mille controlli, come una malattia. Non come una gioia, un miracolo. E il parto, comunque andrà... una festa. Follia, hai ragione, è perfetto, è la parola giusta. Freud ha scritto che non c'è nulla di più prossimo alla follia dell'amore. Lasciarsi andare, donare quella fatica, quel dolore è un atto d'amore. Va bene. Ma ti assicuro che questa follia può essere stropicciata, guastata quando su questo fuoco caldo d'amore arriva, come una secchiata d’acqua un'ostetrica che ti dice "eh stai un po' zitta!" perchè infastidita dal tuo gridare. Oppure, dopo 40 ore di dolorose contrazioni a distanza di pochi minuti, con la dilatazione che si è bloccata, un ginecologo che si improvvisa psicologo ti accusa di non voler far nascere il tuo bambino...
    Succede anche questo. Conosco quella follia perchè, al mio secondo parto avevo l’esperienza adeguata pr accettare la mia paura e per sapere che non sarebbe stata una passeggiata. Una follia che io mi sono potuta vivere e difendere.

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  3. penso che ogni esperienza sia personale sia oggettivamente che soggettivamente.
    se ripenso al mio diventare mamma, mi entusiasmo ancora al ricordo.
    per la prima volta in vita mia ho provato cosa si prova a non avere niente sotto controllo nè il fisico e neanche la mente.

    fare un passo indietro e lasciarsi andare.

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  4. Fede lo conoscerai già ma ho appena incontrato questo e m'è piaciuto tantissimo: http://erounabravamamma.blogspot.com

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  5. Ciao Fede, son Fabio, marito di Amina, papà di Luna (appunto!!!). Tanti complimenti per il tuo blog, lo tradurrò con calma ad Amina..Tra qualche giorno, dopo due anni in questo posto così diverso dal suo, torneremo a casa, in Madagascar..

    A proposito di diversità e di ciò che scrivi, Amina si è incazzata come una bestia con la ginecologa che la catechizzava e pretendeva (a 10 giorni dal parto...) prendesse una marea di medicine e le incuteva terrore su una marea di argomenti (perdite, contrazioni...A mia moglie, che ha assistito ad una decina di parti in casa sua...)..Le ha detto: "dottoressa...ma io non sono malata..sono incinta!!"

    Un bacione grande a tutti voi,
    Fabio, Amina e Luna

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  6. Che bello, vi aspetta un bellissimo ritorno, verso un paese bellissimo. Un ritorno verso una cultura differente e verso il ritrovarsi di Amina. Ritrovarsi con i ricordi e con una terra forte e bellissima. Ricordo la bella Amina e la bellissima Luna. Ricordo una festa felice dove mi sono sentita spensierata.
    Buon viaggio, buon ritorno.
    Complimenti ad Amina, un abbraccio a Luna.
    Grazie Fabio.

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